NELLE SCUOLE PARITARIE DEL LAZIO CRESCE L’INCLUSIONE DEI DISABILI
I nuovi fondi stanziati dalla Regione sostengono la fatica delle famiglie, che devono affrontare i problemi dei figli malati
I nuovi fondi stanziati dalla Regione sostengono la fatica delle famiglie, che devono affrontare i problemi dei figli malati
Quando abbiamo avuto la diagnosi della malattia di nostro figlio, è stato un colpo al cuore. Una malattia invalidante con cui avrebbe convissuto tutta la vita, si, ma che vita? Noi genitori di fronte a certe sentenze, ci disperiamo, ma poi troviamo una forza che ci accompagna nelle difficoltà grandi e piccole: è la forza dell’Amore supportata dalla Fede. Così è iniziata una nuova vita, piena di problemi ma anche di sorrisi e di piccoli traguardi.
La scuola è stata una delle prime difficoltà. Pensavamo che imparare a leggere e a scrivere fosse scontato, come imparare a camminare o ad andare in bicicletta, ma così non è stato. Il nostro progetto educativo prevedeva una scuola paritaria cattolica, entrambi venivamo da questa esperienza e ne abbiamo fatto tesoro.
Iniziare la giornata con il segno della Croce è il più semplice degli insegnamenti che possiamo ricevere a scuola fin da piccolissimi, ma è un gesto che solo da adulto scopri essere pieno di significato. Abbiamo iscritto nostro figlio in una scuola cattolica paritaria, una seconda famiglia, ma questo non bastava.
Siamo entrati, poi, nel “frullatore” delle visite mediche e dei certificati e finalmente è stato ufficializzato per lui lo status “disabile”, con riferimento al famoso art.3 c. 3 della L.104/1992, modificata dal D.Lgs. n.62/2024.
Tuttavia, la realtà si è dimostrata molto distante dalla norma. Con Determinazione n. G14314 del 30 ottobre 2025 è stato approvato l’Avviso pubblico “Contributo alle famiglie degli alunni e degli studenti con disabilità delle scuole paritarie primarie e secondarie di primo e secondo grado per le spese sostenute relative al sostegno scolastico. Legge Regionale n. 22 del 30 dicembre 2024 art. 13 commi 70 - 73”.
Quando abbiamo saputo del contributo che la Regione Lazio ha stanziato per le famiglie degli alunni con disabilità che frequentano le scuole paritarie, ci siamo sentiti meno soli. Non solo un contributo, ma anche un segno di vicinanza delle Istituzioni e del legislatore.
Il sostegno nelle paritarie è da anni tema di dibattito: troppe famiglie nell’esercizio della libertà di scelta educativa, si ritrovano penalizzate. L’Agesc ha voluto e vuole dare voce a queste testimonianze. Grazie al contributo stanziato dalla Regione Lazio, molte famiglie hanno potuto chiedere un aiuto che vuole garantire il diritto allo studio, eliminare discriminazioni e puntare alla piena integrazione scolastica, come previsto dalla Legge 62/2000. Infatti, anche se il Governo negli ultimi anni ha incrementato i fondi per le scuole paritarie, compresi in parte quelli per il sostegno, questi fondi restano insufficienti per coprire adeguatamente i costi del sostegno didattico nelle scuole non statali. Proprio in questo contesto si inserisce l’intervento della Regione Lazio, che attua una nuova norma introdotta nella legge di stabilità del dicembre scorso e integra i fondi per il sostegno già eroga-ti dal Mim per l’attuazione di una legge regionale, che ha stanziato un milione di euro per ogni annualità 2025-2027. «Si tratta di un provvedimento di cui siamo molto fieri, che riconosce e supporta direttamente i diritti educativi delle famiglie, ma che indirettamente sostiene anche le scuole paritarie e la loro indispensabile funzione. Siamo tornati dopo anni a valorizzare la parità scolastica come un principio di non discriminazione delle scelte educative dei genitori, a partire da quelle dei figli più fragili», afferma Chiara Iannarelli, vicepresidente della Commissione Scuola e Diritto allo Studio della Regione Lazio -. Leggendo l’Avviso pubblico “Contributo alle famiglie degli alunni e degli studenti con disabilità delle scuole paritarie primarie e secondarie di primo e secondo grado per le spese sostenute relative al sostegno scolastico. Legge Regionale n. 22 del 30 dicembre 2024 art. 13 commi 70 - 73”, si capisce subito come il testo sia orientato alla trasparenza e alla semplificazione dell’azione ammini-strativa; i requisiti sono chiari, definiti e misurabili. Il personale di sostegno può avere un rapporto lavorativo con la scuola o con la famiglia, la domanda è facile da presentare. Una parte del lavoro è a carico della scuola nell’attestare l’effettiva frequenza, l’effettiva presenza del personale e lo svolgimento della didattica in orario scolastico. La raccolta delle domande si è chiusa pochi giorni fa, ci auguriamo che il numero delle richieste sia in linea con il numero degli alunni “speciali”, iscritti nelle scuole paritarie del Lazio, perché vorrebbe dire che tutte le famiglie interessate sono riuscite a presentare la domanda di contributo.
Ora confidiamo che l’iter di esame delle domande e la tempistica di erogazione del contributo risultino congrui, ma, soprattutto, che questo intervento segni l’inizio di un’attenzione del legislatore che per troppi anni è mancata. In questa battaglia, che poi battaglia non è, le scuole paritarie pubbliche sono a fianco delle scuole statali nell’erogare un servizio, un servizio pubblico, che è fondamentale per il futuro del nostro Paese.
Per un genitore è già doloroso vedere il proprio bambino o bambina affrontare le sue difficoltà; e quel dolore si amplifica quando alle fatiche del singolo si sommano l’impotenza davanti alla burocrazia, la scarsità di risorse e il peso dei costi impossibili da sostenere. Ma il genitore non si arrende e persevera, perché ha un obiettivo importante: garantire l’educazione dei propri figli e aiutarli a realizzare i propri desideri.
L’inclusione non può essere un privilegio: è un diritto fondamentale. E quando la scuola riesce davvero ad abbracciare tutti, anche la società diventa più forte. Sosteniamo chi ogni giorno si impegna, costruiamo legami e non barriere. Perché l’amore e la solidarietà hanno il potere di trasformare il domani.
Francesca Manna
Membro del Comitato Esecutivo Agesc
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Fonte: Avvenire