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A Roma per testimoniare l’amore per la scuola e l’educazione

Il 10 maggio il mondo della scuola cattolica italiana – gestori, insegnanti, genitori, alunni – sarà in piazza San Pietro a Roma per partecipare all’Angelus di papa Francesco. Non è una data casuale: la presenza a Roma cade esattamente un anno dopo lo straordinario incontro della scuola cattolica italiana con il Pontefice. Nei giorni precedenti ci sarà un convegno dell’Ufficio scuola della Cei che affronterà tre temi oggi molto vivi: la valutazione nella scuola e nell’università, la differenza sessuale e l’ideologia del gender, l’orientamento e la formazione professionale. Il ritorno a Roma non è certo un’azione nostalgica, per ricordare una bella giornata che però appartiene al passato e non incide sul presente. Torniamo a Roma da papa Francesco per testimoniare come per tutti noi quella sia stata la tappa fondamentale di un cammino che ora continua. Torniamo a Roma perché in questo anno trascorso, seguendo l’accorato invito di Francesco, non ci siamo fatti rubare l’amore per la scuola e vogliamo rinnovare lo stesso impegno per il futuro. Le parole del Santo Padre sono state per noi luce viva sui nostri passi. La scuola come sinonimo di apertura alla realtà; come luogo di incontro , come esperienza di collaborazione fra famiglie e insegnanti per l’educazione e la crescita dei ragazzi; la scuola come ambito di educazione alla verità, alla bellezza e al bene, tre dimensioni e tre valori che non possono essere disgiunti. Si potrebbe dire, con una battuta, che il Papa in quell’occasione ha realizzato il manifesto di una reale «buona scuola». Quelle parole sono vive oggi come un anno fa, mentre assistiamo sgomenti alla violenza distruttrice di chi non ama l’uomo e i suoi diritti fondamentali, e si accanisce contro i luoghi di trasmissione della cultura e dell’educazione. Proprio perché non vogliamo farci rubare l’amore per la scuola, non possiamo nasconderci che a taluni impegni, manifestati in piazza San Pietro dal ministro dell’istruzione Giannini, non sono seguite azioni coerenti. Il ministro si era espresso per il riconoscimento del pluralismo scolastico e l’unico provvedimento a sostegno della libertà di scelta delle famiglie contenuto nella «buona scuola» del Governo è una detrazione fiscale. Non è proprio il provvedimento che le famiglie e il mondo della scuola paritaria si attendevano, ma è senz’altro un primo passo molto incoraggiante. «Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno», aveva sottolineato il Santo Padre lo scorso anno, invitando tuttavia a non lamentarsi, bensì a essere positivi, tenendo la schiena dritta e lo sguardo rivolto al futuro. Non fermiamoci alla delusione per gli impegni non totalmente rispettati, e torniamo a Roma per ribadire, come afferma il proverbio africano citato da Francesco, che «per educare un figlio ci vuole un villaggio». Ecco perché rivolgo a tutte le famiglie della scuola cattolica un’esortazione a essere presenti a Roma il prossimo 10 maggio, mettendosi insieme e organizzando pullman, per testimoniare uniti che l’amore per la scuola e per l’educazione dei nostri figli non ci ha abbondato e ci sosterrà nel cammino sempre più irto di difficoltà che ci attende. Andiamo tutti a Roma per testimoniare la speranza nella libertà di scelta educativa.