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La rivolta delle scuole paritarie in Sicilia

La Finanziaria fa vittime anche nel mondo dell’istruzione, e prevede il taglio di 600 mila euro di fondi regionali alle
scuole primarie paritarie.

La Finanziaria fa vittime anche nel mondo dell’istruzione, e prevede il taglio di 600 mila euro di fondi regionali alle
scuole primarie paritarie. E le associazioni di categoria lanciano l’allarme: a rischio le iscrizioni, i posti di lavoro del
personale scolastico e le scuole stesse, in controtendenza con il resto d’Italia e d’Europa.
La Fism accusa. Dice il presidente di Fism Sicilia (Federazione italiana scuole materne), riporta LiveSicilia: “La Regione
Sicilia ha competenze in materia di pubblica istruzione, ma evidentemente in nome del risparmio della
finanza pubblica non intende esercitare queste competenze. Apprendendo che il taglio più sostanzioso
riguarda le scuole primarie paritarie convenzionate con la Regione. Ci accorgiamo che c’è un certo
‘raffreddamento’ su alcuni temi. Intanto, più volte l’Unione europea ci ha richiamati: dobbiamo
permettere alle famiglie di scegliere dove mandare a scuola i figli. Ma così non è perché si paga due
volte fra tasse e retta, quindi la scelta ricade forzatamente sulla soluzione più economica. A questo
prosegue si aggiunge il fatto che ovviamente le scuole devono coprire i costi, quindi il prezzo della retta
diventa ben più penalizzante”.
Prima dei tagli le scuole primarie paritarie in Sicilia beneficiavano di 4 milioni 500mila euro, che così
verrebbero quindi scalati a 3 milioni 900mila.
Secondo la Fism, in Sicilia le scuole cattoliche paritarie sono 485, con circa 40mila alunni.
“Per compensare le perdite, le scuole sono costrette o ad aumentare le rette o a chiudere. Nel giro di
un decennio si sono ridotti di almeno della metà gli istituti che vanno dalla scuola primaria a quella
superiore, e non parliamo di diplomifici ma di scuole serie e regolari. Preferiscono chiudere, a fronte di
12/2/2019 La rivolta delle scuole paritarie in Sicilia - Tecnica della Scuola
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interventi economici impossibili, perché non accettano i compromessi che danneggerebbero la qualità
del servizio”.
Fism calcola che le scuole primarie convenzionate siciliane ricevono 9mila euro per ciascuna classe, cioè
circa la metà di quanto ricevuto dalle altre regioni.
Anche il personale
Oltre agli alunni, la riduzione del fondo interesserebbe anche i 5.000 addetti, tra personale docente e
non docente, coinvolti nel sistema delle scuole primarie paritarie convenzionate.
C’erano molte aspettative nei confronti del cosiddetto ‘sistema integrato 0-6 anni’, ma ancora, dicono le
scuole paritarie, dopo un anno, in molti Comuni della Sicilia addirittura se ne sconosce l’esistenza.
L’Ars ci ascolti
“È per un insieme di motivi che la Sicilia ha il 7% di posti disponibili per la scuola d’infanzia ogni 100
bambini, contro il 33% fissato dall’Ue come obiettivo degli Stati membri. Abbiamo chiesto un’audizione
presso le commissioni Istruzione e Bilancio dell’Ars – spiegano i vertici Fism –. Ad oggi non siamo stati
convocati, però l’idea è di arrivare a sensibilizzare il governo affinché si raggiungano gli obbiettivi, e
non deludere e penalizzare famiglie già stremate”.