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La riforma che non finisce mai - Gontero: autonomia e pluralismo

Il Presidente Nazionale dell'AGeSC: Libertà di scelta Educativa

L’Agesc ha predisposto un documento
in vista delle elezioni politiche: «Per la
crescita del Paese investire su educazione,
natalità e famiglia». Esso inizia affermando
che «per far crescere il nostro Paese
è necessario che la Politica allarghi gli
orizzonti delle proprie scelte tenendo
conto di alcuni fattori finora trascurati,
ma essenziali per una piena crescita e per
evitare derive negative difficilmente recuperabili
». Nel nostro dibattito interno abbiamo
individuato tre settori in cui l'Italia
è in grave ritardo: la ripresa della natalità
per garantire un futuro; il sostegno alla famiglia
per assicurare una migliore coesione
sociale; la promozione dell'educazione
per una crescita delle persone. In risposta
alla provocazione del prof. Chiosso riprenderò
unicamente il tema Istruzione
condividendo alcune preoccupazioni,
che come genitori ed educatori sentiamo
prevalenti. La domanda di molti genitori
incontrati nelle scuole è stata: «Ma la Buona
Scuola è stata pensata anche per gli
studenti o unicamente per l'eliminazione
del precariato che storicamente assilla
il comparto istruzione in Italia?». Nella
legge 107/2015 c'è molto di più, ma
l'impegno governativo si è concentrato
sulle massicce immissioni di personale e
di fondi in una scuola fondamentalmente
monopolistica e burocratica, che non
servono a migliorare la qualità del sistema
che, infatti, rimane sempre agli ultimi posti
nelle classifiche mondiali. Autonomia
delle istituzioni scolastiche, valorizzazione
e valutazione della funzione docente, una
scuola che punti sulla relazione docentestudente,
libertà di insegnamento e di
scelta educativa della famiglia, sono
questi i provvedimenti che andrebbero
implementati per garantire agli studenti
un sistema pluralistico in cui le famiglie
possano esercitare liberamente il diritto
costituzionale di scelta e in cui una proficua
emulazione tra istituti permetta la
piena e libera espressione professionale
di docenti e dirigenti. Riguardo alla parità
l’Agesc ha chiesto ai candidati di dare
attuazione alla legge 62/2000 attraverso
la realizzazione della «quota capitaria»,
prevista dalla legge 107/2015, in tutte
le scuole dall'infanzia alla secondaria di
secondo grado. In attesa della definizione
del «costo standard», oggi la «quota capitaria
» dovrà basarsi sul «costo medio per
studente», già calcolato dallo Stato.
Anche per gli alunni disabili è necessario
cancellare le attuali disparità tra
scuole pubbliche statali e paritarie. Le
ingiuste discriminazioni di cui gli allievi
disabili delle paritarie sono tuttora
vittime debbono essere superate riconoscendo
a tutti la medesima dignità.
L'unica occasione in cui si è parlato di
scuola in questa campagna elettorale è
quando una certa forza politica ha cavalcato
lo slogan «Togliere i contributi
alle scuole private». E come cittadini
italiani, consapevoli di come il tema viene
risolto in Europa, ci è sembrata una
presa di posizione inaccettabile per una
forza politica che si candida a governare
il Paese.
Visto quanto succede nelle scuole del
Paese il tema scuola dovrebbe essere al
centro del dibattito politico, così come il
rapporto con la famiglia e la corresponsabilità
educativa. Bisogna scegliere una
volta per tutte: monopolio educativo
dello Stato italiano o autonomia e pluralismo
scolastico europeo? Visione di una
dimensione educativa della scuola o solo
preoccupazioni sindacali per i dipendenti
statali? Se la politica non farà nulla
vorrà dire che avrà scelto il monopolio
dello Stato!
Roberto GONTERO
Presidente nazionale
Associazione genitori scuole cattoliche