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Genitori e docenti insieme: una scommessa? Educare si deve, ma si può?

L’ultima fatica di Giancarlo Tettamanti, socio fondatore Agesc, sulla sfida educativa. «Il dramma del nostro tempo – dice – è non offrire punti di riferimento capaci di orientare la vita»

Giancarlo Tettamanti ha appena dato alle stampe un’interessante pubblicazione dal titolo suggestivo ed inquietante: “Educare si deve, ma si può?”, realizzata dal Comitato regionale lombardo dell’Agesc. Abbiamo chiesto a Tettamanti, socio fondatore Agesc, come è nata l’opera, destinata ai quadri dell’Associazione con obiettivi formativi: «Nei diversi livelli della coscienza condivisa, sembra smarrita non solo la pratica felice dei processi educativi, bensì l’idea stessa di educazione e la situazione richiama ad una doverosa riflessione sui giovani, sull’educazione, sulla famiglia e sulla scuola. Le finalità dell’educazione e la responsabilità educativa, riguardano chi ha l’impegno di guidare i giovani, alla piena scoperta di sé dentro la realtà. La persona, oggi, sente il peso dell’opinionismo: ne siamo sommersi attraverso i media. Ci si scontra con una crisi educativa che riguarda l’esistenza dell’umanità: una crisi delle origini, delle idee, la cui arma deterrente è il silenzio sull’essenziale. Ecco i perché della snella pubblicazione». Dunque i protagonisti sono i giovani, i quali stanno vivendo un tempo confuso e problematico. «Educare non è mai stato facile e oggi sembra ancora più difficile. Il dramma del nostro tempo è non offrire punti di riferimento capaci di orientarne la vita individuale e sociale. Vanno attivati interrogativi capaci di suscitare ripensamenti nei giovani e va affrontato un diverso linguaggio, capace di investire una dimensione esistenziale globale implicante valori cristiani autentici, che qualifichino lo stesso “esistere” delle istituzioni. Se educare significa aiutare l’animo dell’uomo ad entrare nella totalità della realtà, come è possibile da parte della persona giovane, che vuole essere educata, acquisire consapevolezza se spesso nelle istituzioni educative - famiglia e scuola in primis - non c’è un preciso riferimento cui uniformare il giudizio sulla realtà? Se la stessa realtà con la quale confrontarsi è presentata in modo frammentario e parziale, di diversa esperienza e concezione culturale/esistenziale?» La crisi fondamentale del nostro tempo è chiaramente di natura culturale e morale. «Si è perso oggi – prosegue Tettamanti – il senso del trascendente e domina soltanto l’immanente. Ci chiediamo: il domani, senza alcun riferimento a principi fondamentali ed eterni, come sarà? Emerge prepotente la responsabilità della famiglia e della scuola, come principali ambiti educativi». Come tornare alla corresponsabilità educativa? «È tempo di un cammino educativo di genitori e insegnanti insieme – conclude Tettamanti – di famiglia e scuola collaboranti, capace di abbracciare tutte le dimensioni della persona, aiutandola a decifrare quei significati che troppo spesso vengono trascurati dalla mentalità corrente: la ricerca della Verità, la comprensione dell’identità e della dignità propria di ciascuna persona, l’educazione alla responsabilità e all’approccio al senso religioso. È tempo di un sinergico lavoro di interiorizzazione umana e culturale, personale e comunitaria, il tutto a conforto dell’idea che “Educare si può!”».