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Il valore della parità scolastica (e dell’associazionismo) al congresso dell’AGeSC

Si aprono domani a Rimini i lavori del prossimo Consiglio nazionale. Sabato la lectio magistralis di Luigi Berlinguer «Serve capire e proporre idee rinnovate per il bene dei nostri figli – spiega il presidente di AGeSC Rimini Giacomo Galli –.

Domani a Rimini presso l’Hotel Ambasciatori, inizieranno i lavori del prossimo Consiglio Nazionale dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche. Le prospettive per la Parità scolastica in Italia a vent’anni dalla legge 62/2000 saranno al centro della due giorni di lavoro del “parlamentino AGe-SC” che dal 22 al 23 febbraio riunirà tutti i delegati in rappresentanza dei genitori delle Scuole cattoliche del nostro Paese.

Sarà un momento particolarmente importante per l’associazione, prossima al rinnovo dei quadri intermedi, e nel corso della giornata di domenica verrà presentato il bilancio 2018-2019 per l’approvazione. Mentre nella giornata di sabato avremo gli interventi di illustri relatori. Aprirà la mattinata l’ingegnere Stefano Versari, direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna. A seguire la professoressa. Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting di Rimini. Chiuderà gli interventi la lectio magistralis di Luigi Berlinguer sul tema: “Quali prospettive per la Parità scolastica in Italia a vent’anni dalla legge 62/2000”. Di seguito si aprirà un dibattito pubblico, con domande ai relatori. Nel pomeriggio ci sarà un incontro formativo tenuto dal professor Leonardo Milani.

Qual è la valenza dell’associarsi oggi? Le migliaia di persone che ancora oggi si impegnano e operano per le innumerevoli associazioni all’interno della Chiesa, trovano ancora una risposta valida?

Secondo il presidente provinciale dell’AGeSC di Rimini, Giacomo Galli «sì, credo ancora fortemente nelle persone, credo nel forte sentimento di amore e di appartenenza familiare di genitori che desiderano la libertà di decidere il futuro dei loro figli. Un’azione associativa per altro diversa dai tempi in cui monsignor Luigi Giussani parlava di rischio educativo. Ma sempre e ancora attuale come le parole che proprio Giussani ci lasciò ricevendo il premio Macchi. «In queste ore così drammatiche per la vita nel mondo, quando sembra che la menzogna e la violenza colmino all’orizzonte, non solo

della vita tra i popoli, ma anche delle vicende personali di ciascuno, avverto più che mai urgente per la salvezza dell’umano, il compito di una educazione in cui si possa far concepire il cammino della vita, come tensione, istante per istante, a un Destino che è bene; altrimenti sarebbe inutile e ingiusto generare figli, perchè allora sì, sarebbe inutile vivere. Vi ringrazio ancora di cuore della testimonianza limpida di fede che scaturisce dalla vostra presenza nella scuola e vi auguro di poter continuamente approfondire le ragioni del vostro agire nella evidenza che l’educazione è compito di tutta la vita innanzitutto verso se stessi, nella quotidianamente percepita urgenza del proprio cambiamento davanti al Signore e al mondo ».

Ancora oggi, prosegue Galli, «serve capire e proporre idee rinnovate, per riuscire a testimoniare immutabili valori umani, risorse non solo economiche, ma anche reali necessità e desideri che se capiti vanno aiutati, sostenuti e soccorsi con metodo e ritrovato impegno». Perché tutti sarebbero felici di partecipare ad una vita spesa in difesa di tutto ciò, anche se a volte non comprendiamo che l’impegno di pochi è spesso a beneficio di molti. «Per un futuro migliore, per tutti ma soprattutto per i nostri figli e per la loro esistenza possibile. Ecco quindi il valore di associarsi, mettersi insieme per capire, confrontarsi, studiare, donare, educare, insegnare tutto quello che può rendere i nostri figli adulti, vivi, veri, ma soprattutto consapevoli».