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Una Fase 2 anche per le scuole: sono un elemento determinante per la ripartenza

Fra metà maggio e settembre gli istituti potrebbero sperimentare forme di riapertura che rispettino i parametri di sicurezza

Alcuni Paesi europei hanno deciso la riapertura della scuola ancora prima della ripresa delle attività economiche perché l’istruzione è considerata strategica, non solo un obbligo per la formazione delle nuove generazioni. Il governo italiano, invece, ha deciso di non riaprire a maggio, rinviando tutto a settembre. Perché gli adulti possono andare in ufficio o sul tram mantenendo quella distanza e gli studenti no? Oggi non possiamo ragionare sulla scuola soltanto per il suo valore culturale, che nessuno discute, la scuola può avere un valore aggiuntivo, può diventare un elemento abilitante per la ripartenza. Tra l’altro, la scuola di base è una scuola di prossimità, che non comporterebbe spostamenti complessi e contribuirebbe a quel recupero delle comunità di vicinato di cui molto si parla. Perché non utilizzare il tempo fra metà maggio e l’inizio di settembre lasciando alle scuole (che sono autonome,) la possibilità di sperimentare forme di riapertura che rispettino i parametri generali di sicurezza e tutela di studenti e insegnanti, continuando ad utilizzare forme di insegnamento misto, in presenza e a distanza (quasi superfluo notare che parametri di sicurezza concretamente inapplicabili avrebbero l’effetto contrario).

Molte scuole, statali e paritarie, sono in grado di partire subito, non solo fornendo ai ragazzi e alle loro famiglie un aiuto prezioso, ma contribuendo alla soluzione complessiva del problema. Coinvolgere i genitori in questo processo servirebbe anche a renderlo più condiviso, oltre che a fornire qualche possibile buona idea. Ma le vacanze? Se si “spalma” la scuola, si possono spalmare le vacanze. L’Agesc chiede una riflessione rispetto al prossimo anno scolastico, che preveda prima di tutto la sicurezza di alunni ed insegnanti. Poi una maggiore flessibilità nelle modalità di ritorno in classe e alla didattica a distanza, per garantire il diritto di accedere alle scuole di ogni ordine e grado e all’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) a tutti gli studenti, soprattutto quelli che vivono in aree non facilmente raggiungibili dalla rete internet o le cui famiglie vivono un disagio socio economico tale da non consentire il libero accesso alla didattica a distanza. Solo così può venir garantita

la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e la libertà di insegnamento delle scuole paritarie mediante adeguati stanziamenti statali straordinari per scuole e Centri di Formazione Professionale assieme alla previsione di poter assumere personale docente munito di idoneo titolo di studio anche se in assenza di abilitazione e si dispongano i bandi per consentire a tutte le scuole di poter fruire del personale docente necessario.

Inoltre il rimborso alle famiglie delle spese scolastiche (comprese le rette) sostenute per il periodo marzo/giugno 2020 e detraibilità totale per la frequenza scolastica e per i servizi educativi nelle scuole paritarie nel corso del 2020 rimaste a carico. Inoltre, Agesc chiede l’attivazione immediata di provvedimenti a sostegno delle famiglie con figli in età scolare (assegno unico o provvedimenti similari); l’aumento da 2 a 10 milioni dello stanziamento a favore degli alunni delle scuole paritarie per l’acquisto di dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme di didattica a distanza, nonché per la necessaria connettività di rete e con estensione del provvedimento anche a favore degli studenti dei Centri di formazione professionale; l’apertura di centri estivi utilizzando tutti gli spazi e le strutture rese disponibili dalla società civile per garantire un servizio ai minori fino alla ripresa dell’attività scolastica a settembre 2020; la creazione di un fondo statale straordinario e strutturale di contributo aggiuntivo per le scuole paritarie e i Centri di formazione professionale per l’anno scolastico 2019/2020.

Possiamo solo chiedere – purché rigorosamente da casa – a san Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti di metterci lui una buona parola.